Newsic Intervista Vacca

VACCA - COLPA MIA SE NON SONO INCA**ATO?

Il 2006 è stato l’anno dell’hip-hop all’italiana, trainato dagli inaspettati successi di Mondo Marcio e Fabri Fibra. E il 2007 sembra non essere da meno con l’avvento di Vacca. Cagliaritano, cresciuto a Quarto Oggiaro nel milanese, si era già fatto notare - complici i lunghi dreadlocks - proprio accanto a Fabri Fibra, nei video e durante gli show di quest’ultimo.

Dopo aver pubblicato un EP, “Mr. Cartoon”, nel 2003 e l’anno successivo l’album “VH” per un’etichetta indipendente, Vacca ha avuto la sua grande occasione. Ha firmato per una major e il risultato è “Faccio quello che voglio”, nei negozi in questi giorni. Album che, a detta dell’artista, si preannuncia come una sorta di sfida, tentando un’impresa quasi impossibile: scavalcare lo stereotipo del rapper perennemente in crisi con il mondo, inabissandolo con testi auto-ironici e messaggi alternativi.

Riuscirà Vacca nel suo intento e ad accaparrarsi - stavolta da solo - la sua personale fetta di pubblico? Noi, nel frattempo, l’abbiamo intervistato e la possibilità non c’è sembrata neanche tanto lontana.

Come nasce il nome “Vacca”?
“Ce lo tramandiamo da generazioni, ma… sono cose di famiglia”.

La scoperta dell’hip-hop com’è avvenuta?
“Nel ’93 quand’ero ancora alle medie. Mi appassionai alle tag sui muri e iniziai a fare writing al Muretto (zona San Babila a Milano, ndr.). Nella bio ufficiale hanno scritto che ero un breaker ma in realtà l’unica danza che so fare è quella nel letto! C’ho provato con la break, da piccoli si ha la foga di voler far tutto, ma poi capisci che non è arte tua. Così nel ’96, quasi per scherzo, sono passato al free-style ed oggi eccomi qui, a presentare il mio secondo album”.

Il primo, infatti, è stato “VH”, registrato per un’etichetta indipendente. Cos’è cambiato da allora?
“Ci sono differenze palesi. Sono sicuramente migliorato e non lo dico per auto-pubblicizzarmi ma anche perché nel frattempo l’hip-hop stesso è cambiato. Prima c’erano più influenze, ora è diventato un genere a sé, più riconoscibile”.

Nel disco c’è anche una collaborazione con Fabri Fibra.
“Con Fabri ci conosciamo relativamente da poco. A volte ti becchi con uno che magari non t’assomiglia eppure… Siamo diventati grandi amici da subito. Mi ha chiesto di partecipare al suo tour e l’ho fatto ma non avrei fatto la spalla per nessun altro. Lui è uomo con la U maiuscola”.

Cosa ne pensi del boom della scena hip-hop italiana negli ultimi tempi?
“La nuova generazione cresce già col cavallo dei pantaloni basso. E’ cambiato il genere di ascolto. Noi rappers parliamo di vita vera, di cose attuali, anche le madri di famiglia si sono rotte il c***o di pezzi pop deprimenti. Persino in club come l’Hollywood i privè suonano roba hip-hop. La richiesta è alta ed è un bene”.

Perché la gente dovrebbe scegliere di ascoltare, tra tutti, proprio te?
“Credo che quest’album sia molto energetico. Faccio rap positivo. Certo, come ognuno ho avuto anch’io la mia dose di m***a nella vita, ma amplificare i brutti ricordi attraverso la musica non mi sta bene. Cerco di accantonarli e far sapere che, al di là di tutto, la vita è bella”.

Nella cultura hip-hop americana c’è una componente scenica esasperata, fatta di grosse macchine, donne, gioielli. In Italia dobbiamo aspettarci anche questo?
“E’ una cultura che non appartiene all’Italia, ma ovviamente qui si copia tutto. Certo è che comunque non mi stupirei se si vedessero più armi in giro come lì. Anche perché di certe cose siamo padroni, vedi la Mafia. A me personalmente non passa neanche per la testa di averne una, però per il resto… a chi non piacerebbe la vita di Puff Daddy?”.

Sempre a proposito di artisti internazionali, ne hai uno di riferimento?
“Ammiro tutta la West Coast, quella del gangsta-rap. Sono cresciuto con Ice Cube, 2Pac e soprattutto Snoop Dogg. E’ un grande, anche dopo vent’anni di carriera. Il suo “Doggy Style” è uno dei miei album fondamentali”.

Tornando al tuo di album, il primo singolo è “La colpa”.
“Con questa canzone mi prendo la responsabilità delle mie azioni, a differenza di tanta gente che non ha le palle per farlo, come i politici. Sono anche molto soddisfatto del video, che è diverso da quelli che si vedono in giro”.

Vacca “fa quello che vuole”, è chiaro, ma per chi cambierebbe idea?
“Solo per la f**a e la mamma! E neanche tanto…”.

Vyncent Valo
(02/07/07)